L' origine del nome Decugnano
è oscura e si perde nei secoli.
Fin dal lontano 1212, i terreni di Decugnano producevano vino,
destinato al clero di Orvieto.
A.D.1212
Santa Maria di Decugnano era di proprietà della Cattedrale di Orvieto.
Nel 1212 Giovanni e Pietro, due chierici, avevano la responsabilità di custodire questa terra, il cui epicentro era la chiesa di Santa Maria di Decugnano, una presenza spirituale che ancora oggi permea l'aria con la sua magia.
Nel 1973, a soli 28 anni, Claudio si imbatté per caso in Decugnano, allora una terra dimenticata. Ma, dietro quel velo di abbandono, scorse un fascino che lo conquistò. Provò un legame intenso con quella terra e decise di farla sua: nacque così Decugnano dei Barbi.
Claudio iniziò quindi il rinnovamento dei vigneti e la costruzione della cantina.
Da quel momento, il suo sogno fu quello di creare un vino unico, figlio di quella terra, dei suoi profumi, della sua magia.
1981
Prima annata di Pourriture Noble, prima muffa nobile prodotta in Italia.
Il vero miracolo accadde nel 1981. Fu in quell'anno che Claudio creò la Pourriture Noble, la prima muffa nobile prodotta in Italia. Ispirato dalle sue esperienze a Sauternes, Claudio notò che anche a Orvieto la botrytis cinerea, il fungo responsabile della muffa nobile, era abbondante. Con la sua abilità e dedizione, Claudio vinificò solo le uve botritizzate di quell’anno. E creò un vino che sorprese tutti.
Decugnano dei Barbi non è solo un nome o una cantina, ma una storia di perseveranza e amore per la terra. È il riflesso delle radici profonde di una famiglia e della loro connessione con il territorio che li ha abbracciati. Ogni bottiglia che esce dalla cantina racchiude l'anima di Orvieto, la sua magia, i suoi profumi.
Oggi, mentre si solleva il calice di un vino nato da quel terreno dimenticato, si può sentire la presenza di generazioni passate e il futuro che si apre con promesse.